Nevralgia del trigemino

La chirurgia del trigemino del Prof. Angelo Gandolfi

 

Qui vengono elencate situazioni patologiche a carico del nervo trigemino, al di fuori della classica 'compressione neuro-vascolare', fonti comunque di NEVRALGIA.

Nella nevralgia del trigemino il nervo, nella sua porzione sensitiva, può essere coinvolto da:

1. aderenze aracnoidee diffuse

2. compressione da parte di protuberanze ossee dell'osso petroso (congenite)

3. compressione tra la sostanza del tronco encefalico e l'osso petroso per ristrettezza di spazio a disposizione del nervo

4. compressione da parte di vene

5. stiramento del suo decorso da parte di abnormi torsioni / rotazioni del tronco encefalico

6. compressione da parte di grosse arterie come l'arteria vertebrale o arteria basilare (dolicobasilare)

7. compressione da parte di porzioni esuberanti di sostanza nervosa, entro la quale il nervo si trova indovato e costretto come in un canale

Ciascuna di queste situazioni è risolvibile in modo stabile, con scomparsa del dolore trigeminale, attuando uno o l'altro di questi provvedimenti:

· quando la radice sensitiva del trigemino è imbrigliata da dense aderenze aracnoidee, da tralci di aracnoide connettivizzata (esiti di una pregressa infiammazione non rilevata clinicamente), il nervo deve essere liberato mediante microforbici ed uncini taglienti da tutto ciò che lo incatena, senza naturalmente coagulare vasi nutritizi che vanno ad irrorarlo direttamente; lo 'sbrigliamento' del nervo rappresenta una vera liberazione, il suo decorso si regolarizza, il suo spessore si espande fisiologicamente. I tralci aracnoidei devono essere rimossi ed il campo operatorio presentarsi pulito da materiale cicatriziale. Questa 'toilette' del nervo lo rende libero nella sua cisterna, circondato da liquor e ciò ne ricostituisce la funzione in termini di scomparsa del dolore e mantenimento delle modalità sensitive tutte.

· La compressione del nervo trigemino può, non di rado, essere provocata da una voluminosa cellula ossea dell'osso petroso protesa nella fossa posteriore e quindi contro il nervo, alterandone il decorso, con effetto di incurvamento e stiramento dell'asse neurale; la protuberanza ossea deve essere rimossa interamente mediante frese di diamante, completamente abolita, sì da ridare spazio al nervo stesso; l'osso eccedente può anche essere causa di 'spinta' e di 'compressione' di una vaso sulla sostanza del nervo, nel qual caso il vaso verrà decompresso secondo le modalià della decompressione vascolare. La cellula ossea viene poi riempita di cera per osso, ricoperta successivamente da una lamina di muscolo e colla di fibrina, ad evitare che il liquor penetri nella rocca e sia causa di liquorrea (cioè fuga di liquor sino a provocare la sua fuoriuscita dalla narice o dall'orecchio-rispettivamente rinoliquorrea e otoliquorrea). L'intervento consiste quindi in una decompressione ossea del trigemino.

· Quando la fossa cranica posteriore risulta di tipo stretto,il suo contenuto è assai compattato, vasi e i nervi assai più ravvicinati di quanto sia la situazione fisiologica. Ciò si verifica soprattutto nella platibasia, quando appunto la fossa posteriore in toto risulta come schiacciata nella sua estensione verticale ed appiattita, con associate anomalie a carico della cerniera atlanto- occipitale che ne limitano ancor più la disponibilità di spazio. Il nervo si trova particolarmente adeso al ponte, compresso a fettuccia. Si dovrà pertanto procedere allo sbrigliamento quanto più ampio dell'aracnoide che avvolge la radice sensitiva, alla creazione di un corretto clivaggio (cioè separazione della fettuccia del nervo dalla superficie del ponte, ad una fresatura ossea, esattamente come prima riportato, dell'osso petroso che crei disponibilità di spazio di lato al trigemino, sì che questi possa liberamente fluttuare nel liquor. Una sottile falda di teflon può servire a mantenere distaccato il nervo dal ponte in modo definitivo. · La compressione di grosse vene è un reperto frequente, in genere associato ad una concomitante compressione arteriosa, ma talora come fenomeno isolato. La vena petrosa superiore di W.Dandy può essere microcoagulata e sezionata,possibilmente mantenendo uno dei suoi rami di origine (in genere quello più craniale) ancora intatto e beante. Anche le vene ponto trigeminali possono essere microcoagulate e sezionate (ad evitare il ricostituirsi di un nuovo canale venoso nel tempo), tranne le grosse vene che sorgono dal tronco inferiormente ed incrociano il nervo vuoi alla sua radice emergente o,più spesso, lontano da essa, dove il nervo si getta nel ganglio di Gasser. Queste grosse vene di drenaggio devono essere adeguatamente sbrigliate dal loro contato col nervo e decompresse col teflon, in quanto la loro chiusura potrebbe indurre danni neurologici. Grosse vene possono anche essere stabilmente allontanate dalla radice sensitiva mediante fettucce di goretex che le sospendano via dal nervo, successivamente ancorando la fettuccia con un punto alla dura madre, assicurando così il risultato della decompressione.

· Fettucce di gomma morbida o goretex vengono anche, e soprattutto, utilizzate per il distacco stabile di grosse arterie dal contatto col trigemino. Questa decompressione non deve mettere a rischio i vasi perforanti che si dipartono dalla grossa arteria ed il suo allontanamento essere praticato con la massima cautela e con manovre di distacco di tipo 'smusso' senza far uso di strumenti taglienti.

· Quando l'arteria vertebrale o la basilare, particolarmente tortuose ed arteriosclerotiche, assumono una posizione abnorme e molto laterale nella fossa posteriore, esercitano un effetto di trazione e torsione sul tronco stesso, facendolo ruotare dalla loro stessa parte. Il nervo trigemino controlaterale può venire compresso più facilmente in questo caso dall'arteria cerebellare superiore ed il suo decorso risultare modificato. Varie manovre di liberazione della radice nervosa sono possibili, come la fresatura del bordo inferiore del forame di ingresso nel ganglio di Gasser e la decompressione vascolare. Se una di queste voluminose arterie si sono indovate nel parenchima del ponte a seguito della loro forte pressione e pulsazione contro la sostanza nervosa, esse vengono a 'scavare' veri e propri canali o 'grondaie' in seno al tessuto (effetto grooving), paragonabili al canale di una trincea i cui i margini sono più elevati della restante superficie del ponte. Uno di questi margini 'esuberanti' di tessuto nervoso può comprimere il nervo trigemino adiacente, specie nella zona di ingresso nel ponte, creando una compressione 'neurale'. L'effetto ultimo è quello di arcuare fortemente (effetto bendino) ed assottigliare il nervo stesso. Questi dovrà essere mobilizzato con strumenti smussi dal tessuto comprimente, protetto da esso con teflon in quantità adeguata ad una stabile decompressione, che non accentui tuttavia la già esistente deformità. Anche in questo caso la fresatura e l'ampliamento del forame di ingresso nel Gasser aiuta a 'liberare' l'incarceramento neurale.

· La 'transfixing artery'

· Raramente si evidenzia che l'arteria cerebellare superiore od uno dei suoi rami di divisione hanno logorato, per prolungato effetto compressivo, gran parte della radice sensitiva, riuscendo a trafiggere la sua sostanza propria e a trapassare il suo spessore, portandosi al di sotto del nervo. In questi casi la radice sensitiva e' assottigliata e demielinizzata (di colore grigio), l'effetto pulsante dell'arteria si estende a tutte quante le fibre della zona di emergenza od anche più distalmente. E' necessario sgusciare l'arteria, portandola cautamente al di sopra del nervo, che si ricompatterà alla fine dell'operazione, magari con l'aiuto di colla di fibrina che ne riunisca i filamenti tra loro distaccati. Sarà dato osservare un vero e proprio effetto di scivolamento dei rami arteriosi da sotto a sopra il nervo, come se si estraesse un corpo estraneo tortuoso, pulsante, consistente e sfuggente dalla posizione innaturale assunta. Il vaso viene riposizionato e restituito nella sua posizione fisiologica. A questo punto si dovranno applicare tutti i metodi ritenuti opportuni per fissare l'arteria al tintorio o direttamente alla superficie alta del ponte, proteggendolo con teflon morbido sfaldato e colla di fibrina, affinché venga bloccata la possibilità della o delle arterie di 'sloggiarsi' nuovamente rispetto al riconquistato tragitto, a danno quindi della continuità del nervo.

 

La nevralgia trigeminale nella sua forma conclamata può, quindi, oltre alla classica compressione neuro-vascolare, riconoscere diversi momenti patogenetici, cioè altre cause anatomiche alla sua origine, che si è cercato di sintetizzare. Per tutte queste cause,che dovranno essere sempre tenute presenti nella diagnosi differenziale del primum movens della nevralgia, esiste sempre un programma terapeutico specifico.

Questi può consistere di singoli e mirati atti chirurgici o di una loro varia combinazione, dipendendo dalle necessità del singolo caso trattato, che emergano durante l'esplorazione del nervo e/o sono suggeriti dai dati della risonanza magnetica nucleare.

Il paziente affetto da nevralgia del trigemino, se non diagnosticato come portatore di compressione neuro-vascolare, può riconoscere come causa prima(come etiologia quindi della nevralgia) una delle situazioni prima descritte, che l'esperienza ha dimostrato essere in realtà più frequenti di quanto si pensasse.

 

NEVRALGIA DEL TRIGEMINO

NOVITA SUL ‘TIC DOULOUREUX’

‘Sling retraction technique’ and ‘glue - linked simple vascular decompression’

Nel tentativo di rendere sempre meno traumatizzante per il nervo trigemino l’atto chirurgico della decompressione vascolare, siamo a descrivere varianti tecniche, dipendenti dall’esperienza personale, nella microchirurgia funzionale della nevralgia trigeminale (tic douloureux) e degli altri nervi cranici sottoposti ad eventi di compressione vascolare.

E’ noto che la quasi totalità delle nevralgie cosi dette ‘tipiche’ del trigemino ,sono legate ad un effetto compressivo sul decorso cisternale (nell’angolo ponto-cerebellare, più speso a livello della root entry zone nel ponte) della radice sensitiva primaria del nervo trigemino.

Il nervo è identificato all’interno della sua cisterna aracnoidea con un approccio (già descritto) chiamato E.L.I.S.A., diretto al 1/3 superiore dell’angolo ponto-cerebellare: una via che si può anche definire latero-cerebellare,dorsale,sottotentoriale, al di sopra della fessura laterale del cervelletto.

L’aracnoide viene ampiamente aperta con uncini appuntiti e microforbici a baionetta.Il nervo deve essere completamente libero, persino dalla più delicata delle fibre aracnoidee che lo circondano e da ogni aderenza dai vasi. Solo così il vaso può essere correttamente identificato e sgusciato dal nervo, determinandone la ‘decompressione’. Le manovre sono condotte a livello del vaso che esercita cross- compression sul nervo. Il trigemino non viene praticamente traumatizzato dalle manovre,che hanno come scopo di allontanare il vaso AWAY from the nerve.

Questa è la decompressione vascolare semplice, ‘SIMPLE VASCULAR DECOMPRESSION’): nessun materiale viene frapposto, a sandwich, cioè interposto tra arteria e nervo. Una volta sgusciata dal suo stretto contatto neurale, l’arteria, utilizzando una sottile fettuccia di gomma morbida che viene fatta passare attorno al suo asse di decorso longitudinale, i capi dello sling vengono fissati al tentorio con lieve trazione e uso del Tissucol, in modo che parecchi millimetri di ‘vuoto’ si vengono ora ad interporre tra vaso e nervo. Ciò al fine di evitare granulomi da teflon e quindi inevitabili recidive del dolore! I capi dello sling vengono suturati con portaghi fine e seta al tentorio stesso, assicurando che l’asse arterioso non possa più ridiscendere e prendere contatto col nervo. Non si usa quindi Teflon,se appena possibile, neanche per il fissaggio dello sling al tentorio.Con questa tecnica possono rendersi necessari soltanto minuscoli frammenti di teflon a stabilizzare la sutura dello sling, comunque ben lontani dal decorso del trigemino, letteralmente fuori portata dalla eventuale recidiva di un contatto anomalo.

Talora,per ristrettezza di spazio disponibile, non si esegue la sutura ed il vaso,allontanato dallo sling e gli estremi incrociati di questo vengono incollati al tentorio stesso, con abbondante colla di fibrina,ricoperti da una piccola falda di Surgicel a scopo di favorire una certa cicatrizzazione e l’intervento è concluso.Una adeguata attesa,lavaggi ripetuti con ringer lattato,manovre di Valsalva ed il progressivo rialzo della pressione arteriosa prima della chiusura,consentiranno di verificare la tenuta dell’avvenuta decompressione.

Il nervo trigemino,liberato,torna nella sua usuale posizione,senza più effetto bending o di stiramento, senza più il grooving effect, cioè l’effetto di affondamento del vaso nella sostanza neurale,ritornando anche ad essere circondato da liquor,come in natura.

In pratica ,il concetto di decompressione vaso-nervo,come atto che comunque giungeva a coinvolgere le due strutture insieme,talora non eliminando del tutto le pulsazioni del vaso sul nervo anche in presenza di un cuscinetto tra i due, è pienamente risolto dalla decompressione vascolare semplice, in cui si agisce SOLO sul o sui vasi responsabili della decompressione, allontanandoli il più possibile dal nervo e stabilizzandoli nella nuova posizione. La sling assisted and glue assited simple vascular decompression si rivela il metodo meno traumatico per il nervo, rapido e di certa durata nel tempo.La metodica consente di dimettere a domicilio I pazienti operati dopo due soli giorni di decorso post-intervento.

 

... frontiere nella microchirugia e trattamento definitivo della ‘Nevralgia del Trigemino’

aggiornamento ...

 

‘NOVITA’

Recenti progressi per guarire la Nevralgia del Trigemino

La microchirurgia mini-invasiva ed il programma T.N.E.S.

Premessa (ed una rassicurazione) per tutti i Pazienti che soffrono di vera nevralgia del trigemino (tic douloureux), e che, pur imbottiti di farmaci, non riescono a condurre una vita vivibile...

1) La microchirurgia diretta del nervo trigemino è un metodo moderno, sicuro, preciso, ampiamente utilizzato nel mondo

2) La microchirurgia non deve essere proposta spaventando il paziente, in quanto assai meno pericolosa di altri metodi, anzi assai sicura in mani esperte !!!

3) La microchirurgia e l’uso del microscopio operatorio lasciano vedere tutto quel che si vuole vedere e consente di porre rimedio ad ogni situazione che provoca la nevralgia con precisione, meticolosità e stabilità di risultati nel tempo !!!

4) La microchirurgia del trigemino offre i migliori risultati a lunga distanza rispetto a qualsiasi altra forma di trattamento, rispetta l’integrità neurologica del paziente, non ha influenza sull’attività mentale, non modifica assolutamente la sensibilità della faccia, non lede il nervo facciale (cioè il nervo che fa muovere i muscoli del volto), non causa paralisi postoperatorie, non mette nessuno sulla sedia a rotelle. Le complicanze dell’intervento diretto sul trigemino sono rarissime, sono quelle COMUNI a tutti gli interventi sul sistema nervoso, non accadono quindi di routine e sono solo possibili, ma non probabili !!!

i metodi alternativi per trattare in qualche modo, parziale e poco duraturo nel tempo, la nevralgia del trigemino ( ad esempio l’alcoolizzazione, l’inserimento di aghi nella faccia per la termorizotomia, per la immissione di glicerolo, per l’utilizzo del palloncino a livello del Ganglio di Gasser etc) sono antichi, non dovrebbero essere più eseguiti, ma solo riservati a casi particolari: essi sono per di più potenzialmente assai pericolosi anche per la vita del paziente !!! (es. rottura della arteria carotide, ascesso cerebrale, fistola liquorale, meningite etc ...).

5) L’ intervento microchirurgico invece consente di VEDERE ciò che si fa, raggiunge assai rapidamente il nervo nella sua posizione anatomica, solo rimuovendo un tassello osseo delle dimensioni di una moneta da 50 centesimi di euro, direttamente centrato in direzione del nervo e praticato NON NELLA NUCA, MA SUBITO DIETRO L’ORECCHIO !!!

Il foro viene interamente ricostituito con lo stesso osso prima rimosso alla fine dell’intervento.

 

LE NOVITA’ utilizzate durante l’intervento del prof. Angelo Gandolfi:

la via E.L.I.S.A. a minima, superiore - laterale (per i più tecnici anche ‘transfissurale’) nella ‘decompressione vascolare semplice’ (‘simple vascular decompression of the trigeminal nerve’).

(N.B. Le particolarità della via E.L.I.S.A. sono già state descritte in questo sito internet)

In corso di conflitto vaso nervo a carico del trigemino, che rappresenta la più frequente causa di nevralgia trigeminale, l’arteria NON deve essere solo separata dal nervo con una qualsivoglia protesi (teflon ,goretex, muscolo, grasso, ivalon o altro) posta tra l’uno e l’altro, ma adeguatamente e stabilmente allontanata ‘VIA DAL NERVO’.

Il materiale protesico NON deve essere interposto tra vaso e nervo (tecnica dell’interposizione). Perché?

Perchè si possono causare granulomi da teflon o da altro materiale, causa certa di recidiva del dolore. Inoltre le pulsazioni dell’arteria contro il nervo saranno ovviamente più limitate, ma non eliminate.

Bisogna esaminare adeguatamente l’area di tentorio più vicina (il tentorio è la membrana che divide il cervelletto dal cervello) e proprio lì ‘trasferire’ delicatamente, con apposito scollatore’ l’arteria che provoca il conflitto, incollandola poi con Tissucol alla superficie del tentorio stesso, dopo averla definitivamente ‘sloggiata’ al suo contatto conflittuale col trigemino. Questo passo è già, di per sé, una decompressione ‘solo’ vascolare, il nervo è lasciato stare, è integro e nemmeno toccato.

Per avere la certezza che l’arteria aderisca definitivamente al tentorio si farà uso della ‘teflon belt (cioè ‘cintura di teflon’) o ‘teflon flat band’ (cioè bendaggio appiattito di teflon), entrambi con la funzione di tenere sollevata l’arteria dal nervo, mediante un ‘cerchiaggio’ di teflon attorno all’arteria, poi fissato al tentorio con colla biologica e magari con una piccola clip in titanio.

Questa operazione costituisce la decompressione semplice, l’allontanamento del solo vaso rispetto al nervo, lasciando questo libero da ogni pulsazione, compressione, trazione; libero nel liquor e subito pronto a riacquistare la sua normale funzione.

Il metodo è chiamato infatti: ‘simple vascular decompression’, cioè decompressione vascolare semplice.

La funzione di trattenere in alto, ‘hanging- up function’, l’arteria rispetto al nervo per opera del teflon belt o teflond flat band, deve anche comprendere il tratto di arteria vicino alla sua origine dalla arteria basilare.Talora infatti si notano nevralgie recidive perché si è decompresso il nervo nella zona di piùà evidente compressione, ma si è lasciato ancora libero di agire, in senso compressivo, proprio il primo tratto dell’arteria, la sua origine, che risulta essere fortemente pulsante e di largo diametro.

La tecnica descritta viene chiamata ‘hanging up technique’, cioè tecnica di trattenere in alto, via dal nervo, l’interezza dell’arteria causa di compressione neurale.

L’importante quindi è visualizzare tutto il decorso del nervo sino alla sua inserzione nel Ganglio di Gasser e tutta la percorrenza, lungo il nervo, dell’arteria in causa nella compressione vascolare, per poterla allontanare in TOTO !!!

L’approccio ELISA già descritto, può seguire la via transfissurale, il tragitto precostituito e costituito dalla fessura orizzontale del cervelletto, che conduce direttamente e rapidamente al trigemino ed alla sua cisterna (E.L.I.SA, supero-lateral, transfixural approach).

L’approccio al trigemino dovrà quindi essere supero-laterale ma non sopracerebellare.

Utilizzando la ‘hanging - up technique’, dapprima con colla di fibrina poi con il ‘teflon belt o teflon flat band’, il nervo è completamente decompresso e LIBERATO dalla pulsazione vasale e definitivamente ‘libero’, anzi, ‘liberato’.

Se vi sono sporgenze ossee della rocca petrosa che nascondono parte del nervo, queste devono essere fresate, cioè completamente tolte, consentendo al chirurgo di avere piena luce e piena visione sul nervo da operare.

In conclusione la via di accesso viene ora modificata e chiamata ‘via E.L.I.S.A.,supero- laterale,transfissurale’.

L’intento da raggiungere è sempre la decompressione vascolare SEMPLICE, che non intacca il nervo, ma lo rende libero nell’ambito liquorale, come deve essere in Natura. Tolta la spina irritativa, cioè l’arteria pulsante, il dolore passerà immediatamente al risveglio dall’intervento.

 

CONSIGLI UTILI

Se il paziente avverte i sintomi della nevralgia trigeminale primitiva o ‘tic douloureux’:

1- non perda tempo dopo la prima o le prime crisi, pensando che forse non ne compariranno più: ciò non si verifica mai.

2- si rechi subito dallo specialista competente sulle nevralgie trigeminali (della faccia)

3- se si è ‘sotto crisi’ assumere i farmaci oggi in uso per la nevralgia, ma per poco tempo, e solo per sedare l’attacco o la serie di attacchi dolorosi !!! evitando così intossicazioni del fegato ed effetti collaterali sul midollo osseo

4- deve praticare una Risonanza Magnetica per la visualizzazione di dettaglio del nervo trigemino e dei suoi vasi, con metodiche moderne( specie la CISS-3D con ricostruzioni multiplanari, ad alta definizione) alla ricerca di conflitti vascolari o altra patologia irritativa a carico del nervo.

5- non si sottoponga a terapie sintomatiche, cioè solo volte a calmare il dolore, ma che NON risolvono il problema, non sono causali, cioè non sono mirate a togliere le cause primitive del dolore. Tra le terapie da evitare, al fine di avere il massimo risultato della decompressione vascolare semplice: la termorizotomia, la compressione del ganglio con il palloncino, l’immissione con glicerolo, l’alcoolizzazione etc.

Questi NON sono metodi di prima scelta e NON vanno preferiti alla decompressione vascolare semplice !!! La decompressione vascolare semplice è, oggi, il metodo di prima scelta e che cura all’origine il dolore trigeminale, non attenuandolo, ma risolvendolo !!!

La decompressione, quando eseguita da chirurghi esperti del trigemino, è l’intervento di prima scelta, è sicuro, efficace nei risultati, consente una rapidissima ospedalizzazione, è risolutivo, NON porta a PARALISI o eventi del genere, come spesso paventato da molti !!!

La decompressione vascolare semplice (già descritta in www.otoneurochirur gia.info Novità 2004 sul Trattamento della Nevralgia Trigeminale e su www.farmasalute.it, nonché negli aggiornamenti a www.nevralgiatrigem ino.it ), eseguita con una via di accesso limitata nella sua estensione ( cioè ‘a minima’) è un intervento senza perdite di sangue, NON richiede trasfusioni, è subito efficacie e RISOLUTIVO.

 

CHE COSE’ il T.N.E.S. o Trigeminal Neuralgia EARLY SURGERY Program?

E’ il programma di chirurgia precoce, non dilazionata, del nervo trigemino in presenza di vera nevralgia, mediante decompressione vascolare semplice.

Il programma diagnostico-terapeutico proposto vuole evitare al paziente continue sofferenze e i gravi effetti collaterali dei farmaci. Esso intende invece fornire una guarigione, curando la causa del disturbo, intende non ledere il nervo trigemino né null’altro, ma solo spostare il vaso che causa una compressione meccanica e che certo non potrà mai essere spostato da nessuna forma di terapia radiante, né dalle medicine, ma solo dalla mano esperta del microchirurgo. Il programma T.N.E.S. significa : Trigeminal Neuralgia Early Surgery, cioè chirurgia, anzi microchirurgia, PRECOCE del nervo trigemino !!!

In una situazione ideale della realtà, appena riferita l’insorgenza di una ‘fitta memorabile’ o di una scarica di fitte trigeminali ‘TIPICHE, bisognerebbe subito ricorrere alla Risonanza specifica per i conflitti vascolari, alla consulenza di un esperto in materia di Nervi Cranici, individuare la causa conflittuale o eventualmente altra patologia del nervo (ad es. aderenze, compressioni ossee ed altre causa – vedasi www.nevralgiatrigem ino.it aggiornamenti e www.otoneurochirur gia.info, sempre sugli aspetti di compressione NON provocata da un vaso ma da altre cause specifiche) e programmare, senza perdita di tempo, la Decompressione Vascolare Semplice (D. V. S.).

Sappiamo che vi sono altre cause di nevralgia che possono essere confuse con la compressione vascolare, ma queste sarà la risonanza a diagnosticarle in modo incontrovertibile, tanto da permettere al chirurgo di pianificare al meglio il suo intervento sul nervo. In altre parole : ALLA DIAGNOSI PRECOCE DEVE FAR SEGUITO LA TERAPIA PRECOCE PIU’ IDONEA !!!

Chi aspetta anni dal momento della diagnosi, curandosi con medicine, andando incontro ad alti e bassi continui di fitte trigeminali, con gravi limitazioni fisiche e psicologiche, ricorrendo a medicine alternative, alle erbe, a punture nel Ganglio di Gasser, a coagulazioni, infiltrazioni e quant’altro, perde solo tempo utile e prezioso perché non risolve la CAUSA del problema ma vi gira intorno !!!!

I punti fondamentali della mia chirurgia del nervo Trigemino sono:

1) la costante e sempre più perfezionata applicazione della Decompressione Vascolare Semplice (D.V.S.)

2) l’affinamento della via E.L.I.S.A. supero-laterale, con incisione dei tessuti dietro l’orecchio e NON nella nuca, con una asportazione ossea (ricostituita alla fine dell’intervento) ridotta al minimo come dimensioni, assai limitata ed atraumatica; rapido raggiungimento del nervo attrraverso la fessura orizzontale (approccio E.L.I.S.A. supero-laterale transfissurale) ed utilizzo del ‘teflon belt’ o ‘teflon flat band’, a sostenere definitivamente il vaso VIA DAL NERVO.

3) la massima divulgazione del programma T.N.E.S. e cioè ‘Trigeminal Nevralgia Early Surgery’, vale a dire MICROCHIRURGIA PRECOCE DEL NERVO TRIGEMINO !!!!